domenica 31 maggio 2015

La fine della guerra del salnitro

La Guerra del Pacifico fu combattuta tra il Cile e le forze alleate di Bolivia e Perù dal 1879 al 1884; è anche conosciuta come Guerra del salnitro (nitrato di potassio).

Il salnitro fu la principale fonte di ricchezza del Cile fino alla scoperta del salnitro sintetico, da parte degli scienziati tedeschi, durante la Prima guerra mondiale.
La guerra si concluse con la firma del Trattato di Ancòn, mediante il quale il dipartimento di Tarapacá era ceduto permanentemente al Cile, mentre le province di Arica e Tacna rimanevano sotto amministrazione cilena per dieci anni; al termine di detto periodo un plebiscito avrebbe sancito se le due province sarebbero rimaste cilene o ritornate peruviane.
Il plebiscito però non ebbe luogo. Più tardi con la mediazione degli Stati Uniti d'America, si giunse al Trattato di Lima, che sanciva definitivamente che la provincia di Tacna sarebbe tornata al Perù e che la provincia di Arica sarebbe rimasta al Cile.


La guerra lasciò profondi segni nelle società dei tre paesi, visibili ancora oggi. I Boliviani attribuiscono gran parte delle proprie difficoltà economiche anche odierne alla mancanza di un accesso diretto al mare. Ogni anno viene commemorata la perdita del territorio di Antofagasta.
Per il Perù le ferite dell’occupazione cilena, i morti civili, i bombardamenti di città e il furto di opere d’arte e tesori sono memorie ancora vivide che fanno rinascere desideri di rivalsa. Ma soprattutto, dopo la guerra il paese visse pesanti scontri civili e sociali che ne minarono lo sviluppo e portarono a divisioni razziali tra ispanici e nativi indios non del tutto superate nemmeno ora.
Il Cile invece, unico vincitore, sfruttò al massimo il guano e il salnitro facendo crescere il proprio tesoro del 900% dal 1879 al 1902; per quasi un secolo inoltre la narrazione della guerra riportò come ragione principale di vittoria la superiorità razziale cilena.

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